giovedì 18 febbraio 2021

Pedagogia

Il positivismo in Italia

Accanto a Roberto Ardigò ha un ruolo di rilievo Fausto Saverio De Dominicis nel dare un apporto significativo al positivismo in Italia. Si affermano però anche altre forme di positivismo: anziché in vista della costruzione di un sapere dogmatico, fondato su delle certezze assolute, Aristide Gabelli e Pasquale Villari vedono nella scienza una forma di sapere critico, fondato sull'osservazione e sul controllo dei risultati. Sul piano strettamente educativo, si tratta dunque non di impartire un sapere precostituito, ma di insegnare a pensare in modo autonomo. 

Dalla cultura positivista nasce infine il movimento del self-helpismo, basato sulla convinzione che le qualità individuali sono sufficienti a superare ogni ostacolo esterno e a garantire il successo sociale dell’individuo.

Progredisce seppur nei limiti la scolarizzazione femminile: aumentano infatti le scuole primarie femminili e scende ulteriormente il numero delle donne analfabete. Alla fine del secolo inizia il declino della cultura positivista in Italia: i dati offerti dalle scienze sperimentali sono considerati solo uno dei tanti strumenti che regolano il processo educativo.

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