lunedì 28 settembre 2020

Sociologia

 Sociologia domande pagina 282

1Sotto quali aspetti si differenziano una comunità e società?

La comunità è un contesto sociale caratterizzato da una forte coesione interpersonale, in cui sono i legami diretti tra le persone a mantenere l’unità del gruppo attraverso il succedersi degli accadimenti, mentre nella società la forte coesione interpersonale non è presente.

2A partire da quale periodo si inizia a mettere in discussione l’idea di comunità come forma prevalente della vita associata? In base a quali presupposti?

A partire dal diciassettesimo secolo si inizia a mettere in discussione l’idea di comunità come forma prevalente della vita associata in base al presupposto che sia il singolo ad essere al centro dell’attenzione e non più la collettività.

3Quali sono le caratteristiche peculiari della società moderna?

Le caratteristiche peculiari della società moderna sono la razionalizzazione su cui è basata e l’individualizzazione della vita individuale che è sempre più amministrata dalla collettività.

Sociologia

 Sociologia domande pagina 265

1Quale impatto hanno i mass media sulla società?

I mass media diffondono una serie di atteggiamenti, valori, opinioni, stili o modelli di vita e causano un impatto è un peso culturale sempre più abbondante nella società.

2Che cosa si intende con meccanismo di omologazione culturale?

Per meccanismo di omologazione cultura si intende la produzione di modelli di comportamento in cui s’identifica un numero sempre più ampio.

3Che rapporto hanno i mass media con le altre agenzie di socializzazione? Quali teorie sono state sviluppate a questo proposito?

I mass media interagiscono con altri soggetti più tradizionali, formalmente preposti alla socializzazione, creando una situazione più complessa.

La prima teoria ritiene che ogni agenzia produca una forma di socializzazione specifica e settoriale, indipendente quindi da quelle delle altre agenzie. La seconda sostiene invece che le molteplici agenzie di socializzazione facciano parte di un sistema d’interscambio e di influenze reciproche.

sabato 26 settembre 2020

Pedagogia

PESTALOZZI

Johann Heinrich Pestalozzi (1746-1827) arriva a formulare il suo pensiero educativo e a delineare un suo metodo didattico traendo spunto dall'opera di Rousseau, arricchendola e personalizzandola con la sua forte rivalutazione dell'importanza del modello familiare e femminile nell'educazione, a garanzia di una educazione del giovane che sia autenticamente naturale, la distinzione di diversi piani del processo educativo, la passione vista come spinta verso una nazionalizzazione dell'educazione di base che vada a costituire un mezzo per il riscatto sociale dei poveri.

Per Pestalozzi il fine dell'educazione deve coincidere con il raggiungimento da parte dello studente dell'autonomia morale. 

Dal punto di vista didattico il pensiero dell'autore si muove lungo un percorso che parte dall'intuizione e dal rapporto diretto con la realtà, criticando i metodi didattici diffusi all'epoca, in quanto visti come troppo verbali e non collegati all'esperienza degli alunni. 

Contrariamente a Rousseau, egli non riteneva che l'uomo fosse necessariamente buono, parla infatti di natura inferiore dominata da istinti e passioni animalesche, riteneva quindi necessario che fosse compito dell'educazione perfezionare la natura dell'uomo e che l'educatore non avesse che il compito di assisterlo durante la sua naturale evoluzione secondo un'unità di cuore, mente e mano.

Sosteneva che l'uomo attraversasse tre stadi evolutivi:

  • Naturale nel quale segue le proprie forze istintuali;
  • Sociale in cui la vita in comune lo obbliga a una sorta di riadattamento, non sempre positivo per l'individuale;
  • Morale ovvero il fine ultimo dell'uomo e dell’educazione in cui l'individuo si predispone al bene, alla solidarietà verso gli altri e all'accoglienza di Dio nel proprio spirito.

Psicologia

LA PSICOLOGIA DELLE FOLLE E LE BON

Lo sviluppo della società industriale, i problemi sociali connessi all'industrializzazione, conflitti di classe e le proteste popolari fecero sorgere dalla seconda metà dell'Ottocento alcuni interrogativi sulla psicologia collettiva. Tra i primi studi di psicologia collettiva troviamo proprio quelli sulla psicologia delle folle, ovvero opere che hanno in qualche modo aperto la strada ai lavori più scientifici di psicologia sociale che si sarebbero sviluppati successivamente.

Gustave Le Bon pubblicò nel 1895 Psicologia delle folle, la prima opera che studia il comportamento delle folle, cercando di individuare le loro caratteristiche e le tecniche utilizzabili per guidarle e controllarle. Per lo studioso quando l'individuo singolo è parte di una folla mette in atto comportamenti e atteggiamenti istintivi, meno razionali rispetto a quelli che esprime quando è solo. Nella folla, infatti, emergono gli elementi più istintivi, quelli che, secondo Le Bon, costituiscono l'anima della razza umana, avviene inoltre una sorta di contagio e l'individuo agisce come se fosse sotto l'effetto di una suggestione, esasperando le sue emozioni.

Psicologia

INDIVIDUO E SOCIETÀ 

Kurt Lewin viene considerato il padre della psicologia sociale moderna per i suoi studi sul rapporto tra individuo e contesto sociale. 

È infatti il primo a sviluppare una teoria generale del comportamento umano, chiamata teoria del campo. Essa afferma che la rappresentazione del mondo giochi un ruolo fondamentale nelle azioni degli esseri umani. Descrive inoltre la realtà psichica nei termini di un sistema dinamico comprensivo di persona e ambiente. Persona e ambiente vanno visti come un solo campo, in cui l'individuo è modificato dall'ambiente e viceversa; Lewin enuncia così la sua ipotesi: ogni atto che una persona compie è determinato da condizioni che occorre scoprire, il comportamento quindi è funzione della persone e dell'ambiente. L'ambiente psicologico è quindi l'insieme di oggetti, persone attività, con cui l'individuo è in rapporto.

Sociologia

OLTRE IL SENSO DEL LUOGO di JOSHUA MEYROWITZ

In oltre il senso del luogo scritto nel 1993 Meyrowitz si interroga sull’impatto che i nuovi strumenti elettronici hanno sui comportamenti e sulla vita sociale degli individui.

Analizza gli effetti sulla socializzazione di due mezzi di informazione specifici e sono la stampa e la televisione. La televisione non è solo una nuova agenzia di socializzazione, ma è anche un fattore che rivoluziona la forma tradizionale di tale attività. La socializzazione ha da sempre un carattere tendenzialmente gerarchico, nel senso che l'agente di socializzazione è responsabile della porzione di norme sociali che, di volta in volta, comunica al bambino. Tuttavia con la televisione, ciò non avviene più. Anche se la televisione trasmette programmi appositamente pensati per una certa fascia di pubblico, rimane fondamentalmente un mezzo di cui tutti possono usufruire in misura uguale. L’autore sottolinea come questa diffonda messaggi senza sapere da chi verranno realmente fruiti.

Sociologia

 

LE AGENZIE DI SOCIALIZZAZIONE E I MASS MEDIA

Tutti i soggetti sociali che svolgono una significativa funzione nel processo di socializzazione sono chiamati agenzie di socializzazione. Alcune sono di tipo formale, poiché la loro attività di socializzazione riceve un riconoscimento esplicito da parte della società e l'attività viene svolta in maniera consapevole e organizzata. Altre invece sono di tipo informale, poiché non ricevono l'assenso generalizzato della società.

I mass media costituiscono un'agenzia di socializzazione fluida e informale, il loro effetto socializzante non va però sottovalutato, dal momento che, diffondendo una serie di atteggiamenti, valori, opinioni e modelli di vita, hanno un impatto e un peso culturale sempre più grande nella società. 

La radio, la stampa, la televisione e Internet presentano situazioni, esperienze, discorsi, forme d'interazione che influiscono sugli atteggiamenti e i comportamenti dell’individuo.

I mass media non solo diffondono un patrimonio di conoscenze e di informazioni, ma rappresentano anche un meccanismo di omologazione culturale, cioè di produzione di modelli di comportamento in cui si identificano un numero sempre più ampio di persone. I mezzi di comunicazione di massa sono un tipico esempio di come il processo di socializzazione coinvolga l’intera esistenza dell’uomo nella società.

sabato 19 settembre 2020

Pedagogia

 PEDAGOGIA - Verifica Johann Heinrich Pestalozzi 

1

1.L’opera pedagogica più importante di Pestalozzi, Leonardo e Gertrude, fu pubblicata:

D. Tra il 1781 e il 1785.

2.Le principali esperienze scolastiche di Pestalozzi furono quelle di:

A. Stans, Burgdorf e Yverdon.

3.L’influenza del Romanticismo è avvertibile in Pestalozzi perché egli:

B. Riconosce l’importanza dei sentimenti.

4.A Pestalozzi si deve:

D. La rivendicazione dell’importanza del modello femminile nell’educazione infantile.

5.Pestalozzi era contrario ai brefotrofi perché:

C. I bambini non avrebbero avuto modo di sviluppare l’attaccamento alla madre.


2

Coeducazione: Un’educazione impartita in comune.

Attaccamento moderno: La costituzione nella prima infanzia di un attaccamento sano e di una fiducia di base.

Modello di dedizione: Lo sviluppo del senso morale attraverso l’esempio dell’amore materno.

Pedagogia

PEDAGOGIA - Johann Heinrich Pestalozzi

Pagina 216

1.Che cos’era Neuhof?

Neuhof era la prima impresa educativa di Pestalozzi e Anna Schutthes e si trattava di un istituto per ragazzi poveri che forniva un’istruzione elementare e preparava al lavoro.

2.Quali sono i contenuti del romanzo Leonardo e Gertrude?

I contenuti del romanzo sono l’autorità oppressiva e la debolezza umana capace di riscatto a condizione che qualcuno le fornisca aiuto.

Pagina 217

1.Riguardo alle concezioni educative, che cosa distanzia Pestalozzi da Rousseau?

Nella concezione dell’infanzia educata nella libertà, Pestalozzi si distanzia nell’esaltare la madre educatrice e la forza dei sentimenti.

2.Quale ruolo comportamentale era associato alla figura femminile?

Alla figura femminile era associato il nuovo modello educativo, che Pestalozzi aveva invertito con quello rigido e distaccato maschile.

3.Perché Pestalozzi era contrario ai brefotrofi?

Pestalozzi era contrario ai brefotrofi perché erano luoghi dediti solamente all’assistenza, ma senza il calore materno. Lui sosteneva infatti che le madri avessero bisogno di un luogo apposito che le tutelassero e accogliessero, in modo da non abbandonare i propri figli in un istituto.

Pagina 220

1.Perché secondo Pestalozzi le punizioni erano inutili?

Le punizioni erano inutili perché il bambino aveva bisogno di potersi orientare al bene e per questo occorreva l’educazione e non bastava dunque punirlo.

2.Qual era il fine dell’educazione?

Il fine dell’educazione è morale, ovvero il raggiungimento della perfezione etica.

Pedagogia

  La reazione antipositivista e Giovanni Gentile La prima parte del XX secolo è contraddistinta anche da una reazione antipositivista, che s...